Palla Mancata 

ANNO II - NUMERO 4

8 GIUGNO 2002

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

A METÀ SIAMO QUARTI!

CHI, COME, DOVE E PERCHÈ

SIMBOLI

Si parla spesso del valore simbolico delle cose. Una cosa non è solo una cosa, ma anche ciò che rappresenta, ciò che evoca, ciò che ricorda, ciò che richiama. Le squadre hanno quasi tutte una mascotte, che diventa il loro simbolo. Anche noi l'abbiamo, ben visibile sulla carta da lettera, sui manifesti delle partite, sulle polo da trasferta delle atlete, sulle casacche dei coach, sui mitici giubbini. Si tratta di quello che noi chiamiamo Rhea-Bird. Sul sito del nostro sponsor Rheavendors (www.rheavendors.com) troviamo:
Rhea è un grosso uccello senza ali, con il collo piumato e di poco più piccolo di uno struzzo. Un nome che ha dato origine, nel febbraio 1960, ad un'azienda italiana destinata a diventare il rheavendors group, uno dei principali produttori mondiali di apparecchi automatici per bevande calde e fredde.
Ecco l'origine del nostro simbolo, ovviamente trasformato in un gentile, ma grintoso giocatore di softball.


  Foto Pedivella

Il personaggio della settimana:
Tobin Echo Hawk, miglior battitore di A1 (MB=490)

Rumors

Fattore campo
di ELENA CONSIGLIO

Siamo arrivate al giro di boa, cioè è finito il girone di andata. Il bilancio è decisamente positivo, siamo quarte in classifica, ma a mio avviso, la cosa importante è che la salvezza sembra essere più vicina. Scusate se adotto la tecnica del "loser"… cadere da un'altezza più bassa… fa meno male!
Ma non è questo ciò di cui voglio parlare. Vorrei invece spendere due parole su qualcosa che per noi giocatrici è veramente importante, che, anche se non sembra, contribuisce a rendere migliori le nostre prestazioni: il Campo di Caronno. Si parla spesso nel gergo giornalistico sportivo de "il fattore campo": in effetti questa variabile conta, e parecchio, nella complicata e insidiosa equazione che può avere il risultato preceduto da un segno + (scusate l'ardita metafora, ma la Cabala incombe!). La bellezza del nostro campo non sta solo nel fatto che il diamante è perfetto e l'erba sembra venire direttamente dalla tenuta personale della regina d'Inghilterra; ma sta soprattutto in ciò che c'è attorno, come per esempio il Bar, gestito da quelle sante donne costrette a vedersi tutta la partita di sbieco; la nuova recinzione, frutto di un lavoro accurato, preciso e … corale; le tribune, immerse in una fitta coltre di piante e alberi, che ombreggiano il sempre più vasto pubblico e danno al tutto un suggestivo colpo d'occhio. Pensate che questo piccolo gioiello sia il risultato del lavoro di una équipe professionista e ultrapagata? No, è il risultato di un gruppo di persone professionali e appassionate.
Ma, se passando per caso dal campo vi capitasse di vedere un uomo solitario con un immenso paraorecchie rosso, seduto su un buffo trabiccolo tagliaerba, che infrange ogni limite di velocità (e legge di gravità!), non pensiate che sia un folle: probabilmente è solo il nostro presidente!!!

La situazione
di GIORGIO TURCONI

Il girone di andata si chiude con qualche sorpresa. Se, infatti, i successi di Bussolengo, Forlì e Bollate erano prevedibili, la sconfitta di Parma nel derby con Langhirano non era probabilmente preventivata. Anche il doppio successo della Rheavendors contro Macerata era tutt'altro che scontato. Alla luce di questi risultati, le nostre sensazioni della vigilia (sovrapposizione tra testa e centroclassifica) trovano un'unica conferma nel Caronno, che si installa al quarto posto con Parma.
La Rheavendors ha saputo piazzare colpi importanti e si candida come pretendente ai playoff. Ci si poteva forse aspettare qualcosa di più da Parma, sarà il girone di ritorno a chiarire meglio il valore della squadra. Macerata, superati i problemi iniziali, sta disputando un buon campionato, assieme a Ronchi, che con due buoni acquisti stranieri vince sempre le partite che contano. Langhirano paga un po' la scelta autarchica. Saronno e Capannori chiudono la fila con qualche rammarico, soprattutto per Saronno, che lamenta qualche sfortuna in partite decisive per la classifica. Il girone di ritorno si annuncia veramente interessante.

A1 RISULTATI del 1 giugno 2002

Capannori

Bussolengo 

1-11 (5) 

0-13 (5) 

Rheavendors Caronno Macerata 5-2 1-0
Saronno Forlì 2-12 (6) 1-7
Langhirano Parma 6-5 (9) 2-12 (5)
Bollate Ronchi 14-1 (5) 6-0

... E CLASSIFICA   al termine del girone di andata

  G V P %
Forlì 18 17 1 944
Bollate 18 13 5 722
Bussolengo 18 13 5 722
Rhea Vendors Caronno 18 10 8 555
Parma 18 10 8 555
Macerata 18 7 11 389
Ronchi 18 7 11 389
Langhirano 18 7 11 389
Capannori 18 3 15 167
Saronno 18 2 15 167

IPSE DIXIT  a cura della redazione

NUMERI
Collaborazione di Albert Miniera








I numeri hanno sempre avuto un significato importante nella storia dello sport. In tutti gli sport gli atleti sono contraddistinti da numeri, che rappresentano o la numerazione di partenza, oppure sono numeri scelti da ciascuno per rappresentare chissà che cosa.
La scelta del numero da avere sulla casacca offre la più vasta gamma di possibilità interpretative. 
Ad esempio: può essere derivato dalla somma della data di nascita, di avvenimenti da cui si voleva trarre un presagio, può rappresentare come per il numero 1 , il n° uno in tutti i sensi, il 3 è sempre stato riconosciuto come numero fondamentale sia in ambito sociale che religioso. Nel mio piccolo ho sempre cercato di scegliere numeri multipli di tre, i miei preferiti sono il 12 o il 24.
I numeri sono dal punto di vista allegorico anche quelli che sui campi di gioco capita di vedere eseguiti dagli atleti per ineguagliabili prestazioni di gioco, oppure gesti inconsulti da parte di tifosi, da parte di giocatrici o di allenatori.
Chiaramente la curiosità può spingerci a voler sapere perché un determinato atleta ha scelto un numero piuttosto che un altro, ritengo però che ognuno debba mantenere il proprio segreto.
Frasi correlate (n.d.r.): Che numero ha fatto! Ha dato i numeri. Per poco non faceva un numero. Quell'atleta ha dei numeri. A quell'atleta manca un numero. Non siamo solo dei numeri. 

Difesa e battuta   La freddura della settimana, del mese, della stagione, … di sempre.
A cura di FRANCY
Un signore va al cinema col suo cane. Ad un certo punto della proiezione il cane incomincia a ridere e il vicino di poltrona dice al padrone: "Incredibile! Il suo cane ride!" "Sono stupito anche io" - dice il padrone - "Il libro non gli era piaciuto!"

Foul Ball   (La voce dell’incoscienza)
di F. T.

Aforismi, elzeviri, commemorazioni o ricordi: questo è il filo rosso che verrà seguito in questa rubrica. Alcune volte fuori dal coro, magari con un pizzico di ironia ma sempre in buona fede e senza risentimenti.

L'estetica della vittoria

Voglio vincere facendo divertire (A. Sacchi 1994)
Il famigerato barone Pierre Fredi De Coubertin (1863-1937), come tutti sappiamo, ha avuto il grande merito di riportare in vita quella meravigliosa idea di competizione che ha il nome di "OLIMPIADI". Nella sua mente vulcanica e visionaria si intrecciavano immagini di uomini ed animali tesi nello sforzo agonistico, di corpi accaldati e roridi di sudore e sangue, di atleti che davano il loro meglio esprimendosi in pose plastiche; per non parlare degli artisti visti come l'essenza della bellezza contemplativa. La massima per cui il succitato barone è ricordato recita: "L'importante è partecipare". Sono trascorsi poco più di cent'anni (ossia un secolo), un tempo molto breve se rapportato alla Storia, ma sembra che siamo passati dalla era mesozoica a quella post-atomica. Ora tutto è visto in chiave di successo, di supremazia e dominanza. Quello che conta ormai, e lo dico seriamente e senza sensi ironici, è vincere: tutto il resto sono pure chiacchiere. Arrivare secondi vuol dire avere perso. La partecipazione lasciamola a chi fa cicloturismo o a chi frequenta la sale Bingo.
Questo non vuol dire tentare di barare o abbandonarci ad atteggiamenti disonesti: vuol dire semplicemente di prendere al volo tutte le occasioni che ci si presentano, sfruttando al massimo le opportunità, anche quelle che derivano dalle disgrazie degli avversari. È molto, ma molto meglio aver vinto all'ultimo inning con l'unico corridore arrivato in base, per un unico ed imperdonabile errore degli avversari che ci hanno soggiogati o addirittura per una clamorosa svista arbitrale a nostro favore, che aver perso la partita dominata in lungo ed in largo senza aver sfruttato una delle numerosissime circostanze favorevoli ma recriminando sulle sfortunate occasioni mancate.
Alla faccia dell'ESTETICA.


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

NAZIONALE

Nel primo numero di Palla Mancata di quest'anno avevamo sussurrato "play-off" (*).
Nel secondo numero abbiamo pronosticato "play-off!"
(**)
Adesso, al quarto, si sono svegliati anche tutti gli altri. (***)
Bravi, sono capaci tutti di constatare i fatti, bisogna invece essere capaci di prevedere e di rischiare (anche brutte figure). (****)
E siccome è prerogativa delle grandi menti essere sempre un passo avanti agli altri, cambiamo argomento: il nuovo tema è: "Nazionale".
Se in Italia ci sono 60 milioni di CT di calcio, a Caronno Pertusella possono esserci 12 (mila?) manager di softball. Va bene convocare in Nazionale atlete come Francolini, Trevisan, Gorla, mostri sacri che battono oltre 400 (!), ma alcune altre scelte sono un po' (?) discutibili. In terza gioca Zanni (meno di 280 di media battuta), e perché non una Consiglio che batte 350 e gioca anche in prima e ricevitore? Esterno centro gioca Bardini (296), perché non Comberlato (309)?
Direte: ma sei di parte, vedi solo Caronno, e poi bisogna far giocare gente giovane.
Va bene, cosa ne dite dell'esterno centro del Capannori (Dell'Osso), 23 anni, che batte 411? O in seconda Verga, 20 anni, di Bollate, che batte 308?
Non parliamo poi in pedana, dove Papucci (convocata) ha un ERA (media punti guadagnati) di 4,49, mentre Vago (non convocata) ha un ERA=2,35. Certo, il nostro è un ragionamento forzato, ma vogliamo anche parlare della preparazione atletica invidiabile delle atlete caronnesi (grazie Preatoni!).
Chi ha orecchie per intendere intenda: il prossimo anno ci sono gli Europei.
A Caronno Pertusella.
(*) Causando una catena di scongiuri.
(**) Attirando sullo speaker una salva di epiteti irriferibili.
(***) I giornalisti, si sa, esagerano sempre con articoli ad effetto.
(****) Nelle quali l'articolista è maestro, vedi questo articolo.