La passione per la matematica e, di conseguenza, per i numeri è un fatto di lunga data. Anziché considerarla una materia scolastica un po’ fastidiosa, ne abbiamo apprezzato l’estetica, una dimostrazione, che passo passo arriva alla sua conclusione, ma anche l’utilità per affrontare e risolvere i casi della vita.
Anche se la vita può essere descritta da numeri, ben sappiamo che non sarà certo la matematica che troverà la risposta a tutti i dilemmi umani, dobbiamo quindi cercare di far convivere queste coppie contrastanti: genio e sregolatezza, razionalità ed irrazionalità e trovare il giusto equilibrio.
Recentemente un amico conosciuto sui campi di softball mi ha prestato un libro sui numeri primi, esaltante! Da Euclide a Fermat, fino alle ricerche più recenti, la “lotta” per scoprire la natura di questi numeri è uno degli argomenti centrali della matematica, oggi anche di grande interesse per le applicazioni nella vita di tutti i giorni (gli acquisti via Internet per esempio).
Nel nostro sport di numeri ce ne sono a volontà ed alcuni di essi, se pure non sono primi, sono quelli dei numeri uno, appunto dei primi.
Il primo in battuta, il primo nella media battuta, il primo che entra in campo dal sacchetto di prima, i rituali prima della partita, il primo in classifica, fino a debordare verso altri lidi lessicali: nelle riprese televisive: il primo piano, e chi più ne ha più ne metta.
Se non sono primi, alcuni numeri sono almeno singolari, quelli usati per rappresentare strane metriche lo sono senz’altro. Qual è la squadra di A1 con l’altezza media delle atlete più bassa, o più alta? Qual è la squadra con il peso pro-capite maggiore, o minore?
Tralasciando argomenti antipatici, nei prossimi numeri cercheremo di proporre qualcuno di questi numeri.
(*) Riprendiamo, da altra angolazione, un tema già trattato in PM, Anno 2, Numero 4, dell’8 giugno 2002.
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Si sa che "cominciare", é sempre la cosa più difficile. Fatto il "primo passo", poi il resto vien da sé. Quando poi si tratta di ri-prendere, ri-cominciare qualcosa che si é smesso di fare (e ancora di più se questo "qualcosa" costava fatica) l'operazione pare ancora più impegnativa.
Questa é un po' la situazione in cui si trova chi smette, per un motivo o per l'altro, un'attività sportiva di un certo livello: primo momento di totale rigetto ("Finalmente un po' di tempo libero! Da ora in poi l'unico movimento che farò sarà alzarmi dal divano per sdraiarmi a letto!"), poi iniziale sentimento di mancanza ("Ma prima non facevo fatica a fare le scale... e questi dolorini - leggi: rotolini - da dove vengono?!"), e infine la presa di coscienza ("Devo ricominciare a fare qualcosa... mi iscrivo in palestra!).
Una volta individuata la struttura più idonea (vicino a casa, ambiente giovane, luminoso, moderno, musica alta già alla reception), adesso dovrebbe essere tutto in discesa... e invece non é così! Se il primo passo é fatto, si impone subito il secondo passo, ossia la "scelta dell'attività".
Eh, già, troppo facile dire: vado in palestra... faccio un po' di movimento... cyclette… qualche peso..., quando il ventaglio di possibilità offerte é così ampio e la tentazione solleticata da nomi accattivanti. Qualche esempio? Prendo a caso da uno dei programmi che ho per le mani in questi giorni: 6 attività: cardio, fitness, danza, combat, acqua, relax e ben 47 sotto-attività. Quarantasette...
Concentriamoci su Fitness, la categoria che preferisco, quella che ha subito le più evidenti trasformazioni. Sparisce il concetto di semplice Aerobica, compare Aerobic cardio, Aerobic abdo, Aerobic gambe e colona vertebrale; non siete soddisfatti? E allora ci si può scatenare con la serie di Body Combat, Body Pump, Body Attack, Body Sculp; nascono nuovi acronimi come G.A.G (gambe/addome/glutei); corsi specializzati per evitare la noia e la ripetitività come Step, Spinning (qui anche in piscina con apposite biciclette, giuro!), e per tonificare parti del corpo sempre più piccole... "vuoi avere il massimo di performance dalle tue dita dei piedi? Ora puoi!".
La scelta...
Cito dal Dizionario della Lingua Italiana Devoto-Oli: "scegliere: indicare o prendere in base a una preferenza o a un confronto basati su caratteri obiettivi o su valutazioni soggettive; selezionare in base a criteri oggettivi di qualità o di
pregio".
Eh, già... la fanno facile loro!!!.
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