Palla Mancata 

ANNO X - NUMERO 1

13 MAGGIO 2010

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

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CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

LAVORI FORZATI

Persone normali iniziano un lavoro, lo portano a termine, poi ne iniziano un altro. Persone avvedute ne pianificano accuratamente l’esecuzione valutando i rischi e prendendosi adeguati margini, in relazione alle scadenze previste. Da noi, buttando a mare esperienze pluriennali di gestione e pianificazione, quest’anno si è deciso di fare esattamente il contrario, ovvero di mettere in cantiere quanti più lavori possibili, senza preoccuparsi di valutare se i tempi di esecuzione fossero compatibili con le scadenze, se le risorse lavorative fossero effettivamente disponibili, eccetera. L’assunto alla base dell’azzardo può essere riassunto da alcuni detti popolari, variamente combinati: “qualche santo provvederà”, “chi non risica, non rosica”, “chi la dura la vince”. Naturalmente zittendo chi contrapponeva altri detti popolari, quali: “non fare il passo più lungo della gamba”, “non vendere la pelle dell’orso prima di averlo preso”, “tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino”.
Il risultato di tanto attivismo si riassume nel titolo: alcuni “volontari” si sono sentiti inspiegabilmente condannati ai classici lavori forzati, dove lavori sta proprio per lavori manuali pesanti, e forzati sta per “se non ci (s)forziamo non arriveremo mai in tempo”.
In questo abuso di virgolette, la morale che se ne ricava è che alla fine le cose si risolvono, i santi provvedono, la pervicacia viene premiata, con il risultato—ahimè pericolosissimo— che la prossima volta il rischio sarà ancora maggiore. Ci capitasse qualche grave insuccesso, saremmo più prudenti, ma si sa, finché dura...



Prima e dopo: il nuovo marciapiedi di accesso alle tribune.


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

SCUSATE IL RITARDO
di BIDUS

Carissimi vicini di condominio, spinto più dalle montagne di denaro che mi offre GT, piuttosto che dal desiderio di scrivere, datosi che mi trovo in un periodo di siccità celebrale, mi appropinquo a sbrodolare una serie di scelleratezze che sicuramente gradirete, visto che il gusto e l’eleganza, sono di casa nella sciccosissima Padania di sopra.
Una sera di qualche settimana fa, o forse di qualche mese fa, non ha molta importanza, mi trovavo, per caso, a vedere una gara dell’ISL nella fascinosa Bollate, pioveva come solo da voi può piovere, con la tristezza ed il fastidio, di una pioggerellina fredda ed insistente, causa, tra l’altro, di tanti sintomi di depressioni e nostalgia tra gli immigrati; mi trovavo a Bollate, dicevo, e la pioggia non impediva lo scorrere della gara, il mio sguardo correva annoiato sui visi dei celebrolesi, che avevano deciso, come me, di rovinarsi un sabato sera, e improvvisamente lo vedo, attaccato alla rete dietro casa base, come un foglio di giornale marcio, vedo GT. Immediatamente intavoliamo un’accesa discussione su chi ce l’ha più lungo, chiacchiere che, LUI, ama molto fare, ben sapendo che non posso competere; stabilita la supremazia sulla lunghezza, passa ad augurarmi di prendere decine e decine di home run, simpatico GT, come un riccio nelle mutande. Non contento, passa poi a narrarmi dei lavori che si stanno eseguendo sul vostro kilometrico campo di aviazione, muretti di panettone Galbusera dietro gli esterni, siepi di sempreverde in onore della Lega, e potenziamento dei collegamenti idrici, per creare delle fontane luminose e dei giochi d’acqua, secondi solo a Versailles; uno spettacolo, penso, peccato che tutto ciò sia per un campionato di A2, ripenso, mentre fingo lo svenimento della mamma in attesa, e riesco così a sganciarmi dal Pertuselliano superdotato.
Don’t worry, tornerete presto nella massima serie, questo mitico campionato, che praticamente è uguale alla serie A2, con la sola differenza di essere imbottito di atlete finto italiane e di straniere di tutti i continenti e, dimenticavo, di tasse gara più alte.
Chiove, plic ploc, chiove, ma devo dire ad onor del vero, che da quando non ci frequentiamo più, nell’ameno territorio di La Loggia, piove di meno, mi mancano un pochino quelle belle partitone giocate con voi sotto il diluvio, voi portatori sani di acqua a catinelle, baldanzosi lombardi da corsa, affabulatori del tanto peggio tanto meglio, anche ora mentre seduto nella posizione del loto, tolgo le ultime spine dai miei boxer, ed osservo casa base, un tassello di azzurro appare sopra il nostro campetto corto e simpatico.
Ma ora, cari amici di merende, devo lasciarvi, mi suona la linea rossa, quella in diretto contatto con GT, vorrà sicuramente farmi gli auguri per la partita di sabato, simpatico, come un clistere caldo a primavera.
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VISTO DALLA CURVA

BETONIERE
di DAPE

L'inverno è appena passato, si mettono via le giacche pesanti, i completi da snowboard e i cappellini di lana per tirare fuori dall'armadio le cose più leggere; meno male, non se ne poteva più di questo freddo.
Ma, bando alle ciance, voi vi chiederete il perché di questo titolo?
Vi accontento subito.
La primavera, oltre ad aver portato un lieve miglioramento dalle temperature, del clima e l'allungamento delle giornate, ha portato delle belle novità al campo della Bariola,
Gli instancabili Giorgio e Alfonso, durante tutto l'inverno, al posto di pensare ad andare a sciare oppure a che regalo fare a Natale, hanno studiato delle piccole modifiche per rendere il campo di Bariola ancora più spettacolare di quanto lo sia già, e con l'arrivo della bella stagione, hanno messo all'opera il loro diabolico piano.
La prima cosa è stata prendere il materiale, la seconda invece è stata chiamare alle armi tutti quelli che potevano dare una mano. Io, appena ricevuto il messaggio via sms da Alfonso e l'e-mail di Giorgio, ho subito accettato con molto piacere.
La mail diceva: "SABATO MATTINA ALLE 9 AL CAMPO. CIAO, GIORGIO".
L'ora e la data erano stati fissati.
Alle 9 spaccate mi presento al campo, con me ci sono altri sei valorosi guerrieri.
Giorgio fa le squadre, io, Alfonso e Dox siamo gli addetti al cemento, il nostro lavoro consiste nel crearlo e trasportarlo, ecco svelato il titolo dell'articolo.
Dopo quel sabato ce ne sono stati parecchi altri, e alla fine il risultato lo avete davanti agli occhi.
All'esterno è comparso un meraviglioso muretto, che reggerà la rete che sarà, spero, tantissime volte superata dai fuori campo delle nostre ragazze.
Ma non ci sarà solo questa novità, dopo questa opera degna di Calatrava, ce ne saranno altre, il Francesco Nespoli deve o no diventare il più bel campo d'Europa?
E noi saremo li pronti a dare una mano, alla prossima, gente, e FORZA CARONNO SEMPRE..


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

 

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

NON ESISTONO STRANIERE ITALIANE!

Sgomberiamo il campo da un equivoco: se una professionista americana viene a giocare in Italia è sempre una straniera, non importa quanti anni gioca da noi, se il suo bisnonno è stato in Italia da turista o se ha sposato un italiano.
Ed è straniera anche se di un paese europeo (non esistono ancora gli Stati Uniti d’Europa).
L’unica ASI straniera è la marocchina che impara a giocare qui, e se vuole andare in nazionale prenderà la cittadinanza italiana.
Detto ciò, e considerando i roster delle nove (!) squadre di A1, sono tesserate ben 46 (leggasi 46) straniere.
Cioè, ben cinque squadre complete del campionato italiano (!?) composte da sole straniere. Per forza la povera Marina Centrone deve arrampicarsi sugli specchi per mettere in campo una nazionale decente.
Qualcuno potrà obiettare che non tutte sono già qui, un po’ vanno e un po’ vengono.
Alla faccia della "regolarità" del campionato, un giorno tu incontri una squadra di ragazzine e io la settimana dopo incontro uno squadrone di professioniste.
Vediamo ora, a scatola chiusa, le nove formazioni del softball italiano d’elite, cominciando dalle più virtuose, come dovrebbero essere tutte: Bollate e La Loggia. Tre straniere, come da regolamento, senza taroccamenti, un blocco di squadra di ottime giocatrici locali, e come riserve si attinge al vivaio (formidabile quello bollatese).
L’Unione Fermana fa di necessità virtù: due sole straniere, e per rinfoltire il gruppo 5 giovani da Nettuno e Chieti (che, con tutto il rispetto, non mi pare facciano parte del Gotha del softball italiano). Non li vedo molto bene, auguriamo un rapido affermarsi delle nuove e che abbiano centrato due straniere mostruose.
Senza lode e senza infamia Macerata (4 straniere) e San Marino con 4 straniere e 5 giocatrici dal Valmarecchia(?!), squadre che puntano al centro classifica. Poi abbiamo Forlì, con 6 straniere, che però trae il suo punto di forza dalle tre furlane.
Apro una parentesi: se nella zona tra Udine e Trieste si riuscisse a formare un’unica squadra con tutte le friulane in giro per l’Italia, sarebbe uno squadrone formidabile, e senza straniere.
Da qui in avanti vale per tutte il discorso: dove sono i vivai? Quel giorno che mancano i soldi, addio squadra.
Seguono Nuoro e Legnano con 7 straniere: il budget deve essere notevole (fin quand sa po’ vend ul rüch!), e poi per vincere la prima partita deve fare due valide la giovanissima Rita Dominici. Siamo felicissimi per lei, ma dove sono le altre giovani?
Infine le campionesse d’Italia (?) del Caserta, con 10 straniere, vuol dire una formazione completa più il DP, più qualcuna comprata qua e là, e 4 della zona. Facile il pronostico che potranno rivincere il campionato (delle straniere).
Intanto il livello di gioco non ci pare granchè, speriamo che migliori in seguito: in ogni caso bisognerà stringere ancora di più le maglie della rete, e ridurre a due straniere (di vario tipo) per squadra il limite concesso. Altrimenti ai prossimi europei le beccheremo anche dalla Spagna, perchè dalla Germania le abbiamo già beccate all'ultimo europeo a Valencia nel 2009.
Al prossimo numero l’esame della A2.