Palla Mancata 

ANNO XXIII - NUMERO 13

16 SETTEMBRE 2023

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

PLAY OFF ATTO SECONDO


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

FISICA E METAFORA

Anche quest'anno la Rhea arriva ai play-off, nella stagione del ritorno al girone unico a 10 squadre non era facile sulla carta e non lo è stato in campo. Due incredibili (forse in pochi le credevano possibili) vittorie nella regular season contro Saronno hanno legittimato il quarto posto, rimediando alla non preventivata sconfitta di Castelfranco.

Quando una squadra raggiunge stabilmente le posizioni di vertice potrebbe sentirsi appagata, sarebbe un errore. Nello sport - e nella vita - per mantenere una posizione bisogna lavorare duro, non basta soffermarsi su ciò che si è fatto. Così come esistono gli attriti nelle macchine, essi ci sono anche nelle vicende umane. Sono necessari per camminare e per correre, ma ci vuole forza per vincerli. Questa forza deve innanzi tutto vincere gli attriti, altrimenti prima o poi ci si ferma, se ne avanza imprimerà anche una ulteriore accelerazione, ci farà andare più forte.

Spesso per incitare gli atleti si grida "forza!", è proprio vero, ci vuole forza fisica e morale per affrontare le difficoltà che lo sport (e nella vita) ci propongono.

Stiamo passando dalla fisica alla metafora, spesso i due punti di vista si confondono e a volte risulta utile considerare uno per capire l'altro e viceversa.

A tutto ciò va aggiunta un'altra variabile: il cambiamento. Tutto è destinato a cambiare e il cambiamento si può subire o gestire. Va da sé che la seconda alternativa è quella vincente, ma quanto è duro affrontarla!

Dante scriveva: Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io / fossimo presi per incantamento / e messi in un vasel, ch’ad ogni vento / per mare andasse al voler vostro e mio.

Nel Vangelo di Matteo (17, 4) si trova scritto: «E Pietro prese a dire a Gesù: Signore, è bene che stiamo qui; se vuoi, farò qui tre tende; una per te, una per Mosè e una per Elia»

Quando le situazioni ci appaiono "perfette" vorremmo che durassero indefinitamente, ma non è possibile. La vita (e lo sport) sono un eterno divenire e questo cambiare continuamente si può, come detto, subire o gestire.

Programmare (ma preferirei dire progettare) il cambiamento significa necessariamente essere consapevoli che si affronterà un periodo di instabilità e le cose, che andavano così bene fino a quel momento, cominceranno ad andare meno bene (se non male). Ciò non deve essere visto negativamente perché è finalizzato ad anticipare la soluzione di un problema, che sicuramente e inevitabilmente si presenterebbe.

Ma i problemi è molto meglio gestirli che subirli.

E ora affrontiamo gli ennesimi play-off con serenità ed entusiasmo. Forza Rhea!


Immagine Giovanni Pini

Personaggi della settimana: Yilian Tornes, 200 strike out nella stagione 2023 è un record


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

CAPPOTTI E SALMONI
di BIDUS

Ho bisogno di freddo. Ho bisogno di odori di cappotti fradici di pioggia fredda, di legno nel camino e di odore di neve. Basta con questo caldo infinito che ti rende sudaticcio e viscido, irascibile e pericolosamente puzzolente.

Capisco che un anziano che insegue gli odori non sia da applaudire, ma siamo fatti così, gli odori come i sogni scatenano ricordi ci fanno inseguire i fantasmi. Il profumo delle persone ad esempio rimane impresso nella memoria, il signor Kurkdjian, direttore di “Dior Parfume“ dice che il miglior complimento che si possa ricevere è qualcuno che vi dice che avete un buon profumo. Ricordo una mia insegnante di inglese che profumava di mughetto, non potevi dimenticarla oltre che per l’intenso effluvio, anche per le urla in lingua madre e i voti bassissimi sul registro.

Le immagini che invece ci passano davanti agli occhi e scorrono sullo schermo del nostro cervello sono un'altra cosa, esse scatenano idee, riflessioni e raramente profumano.

Me ne stavo seduto in poltrona mentre mia moglie cambiava canale guardando ora il Forlì ed ora il Caronno. Stavo seduto in poltrona come un enorme Grizzlie che è in attesa dei salmoni ben conscio del fatto che non li prenderà. Scorrevano attimi di gioco che io non vedevo mentre sferzavo la corrente, poi improvvisamente i primi piani di alcune atlete mi hanno fatto pensare che ci conosciamo, ci siamo parlati, stretti la mano e condiviso pezzi di strada, alcune di loro le ho viste crescere e diventare campionesse. Sono diventate delle donne che praticano uno sport femminile con allenatori al 99% maschi.

Osservandole mentre i salmoni evitavano i miei artigli con rara maestria mi chiedevo se preferivano un allenatore maschio o femmina. Forse è ininfluente, perché alla fine della fiera in campo ci vanno loro e poco importa chi guida la nave o forse siamo noi a non vedere la differenza.

Finalmente mi sollevo e sogno di entrare nel torrente vorticoso per catturare almeno uno di quei salmoni, purtroppo però le mie fantasie di caccia svaniscono al suono del telefono che preannuncia un messaggio in arrivo. Potrei ignorarlo, ma il pensiero che il gommista di Piacenza che gestisce le giocate clandestine sulle corse delle talpe dal muso a stella mi comunichi che finalmente “Godard“, la talpa canadese sulla quale da anni scommetto ha finalmente vinto una gara, mi convince a controllare lo schermo lampeggiante.

Per mia disgrazia si tratta di quell’anomalia multimediale a nome “Facebook“ che commemorava attraverso un suo seguace il compleanno di una persona passata miglior vita.

Scusatemi ma trovo che sia una pessima abitudine, poiché ritengo che il ricordo sia una faccenda personale e intima. Di amici ne abbiamo persi tantissimi e più diventi anziano più le fila si assottigliano. Siamo ancora sconvolti dagli amici persi durante la pandemia a cui non abbiamo nemmeno potuto dare un saluto e tu mi ricordi che oggi era il suo compleanno? Ma che dovemo festeggià dicono a Roma, lasciateli tranquilli e ricordateli in silenzio nei vostri cuori.

Mi auguro che quando ne avrò bisogno possa trovare qualcuno che mi guardi e capisca cosa mi serve anche se io non lo saprò, che sia una carezza, una flebo o una pillola, non importa, basta che sia un gesto d’amore. L’unica vera cura.

E vi prego non ricordatemi, non lo fate adesso che sono in vita, non fatelo senza amore e senza coscienza quando sarò tornato a cercare salmoni.

Toccando ferro.

GB


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

 

SEMPRE MEGLIO

Sto rileggendo i numeri storici di Palla Mancata del secolo scorso (*), dalle ingenue velleità dei primi numeri ai livelli veramente notevoli dei più recenti.

Veramente bellissimo, di alto livello il numero scorso (**), uno dei migliori della serie.
Bidus si è dato la zappa sui piedi impegnandosi a scrivere per altri 14 anni.

Viste le età forse il passo è più lungo della gamba, ma per quanto mi riguarda “io speriamo che me la cavo” (dotta citazione cinefila) (o cinofila?) (***).

Un invito a Maria Grazia: stampa una raccolta degli scritti di Bidus e con il titolo “Gli scritti di Buonpaguro” presentala al prossimo Bancarella. Rischia seriamente di vincere. Sul serio, non è uno scherzo.

Un altro dato che purtroppo appare da una rilettura è la presenza dei problemi che affliggono il softball italico, fin dai primi numeri di più di venti anni fa. Regolarità dei campionati, tesseramenti, straniere, giovanili. E non sono vuote critiche, vi sono esposte le soluzioni, logiche, praticabili, efficaci.

Proposta di legge: chiunque voglia presentarsi per essere eletto alle cariche federali DEVE prima leggere tutti i Palla Mancata pubblicati e solo dopo aver superato un esame di fronte alla redazione può candidarsi. (****)
Certo però che i testi sono di difficile lettura, impregnati di latinismi, citazioni, solo chi è dotato di una certa cultura può apprezzarne le qualità. Ma “ hic rhodus, hic salta”.
(*****)
Il “sempre meglio” del titolo riguarda anche il softball giocato. Caronno non solo ha raggiunto l’obiettivo dei play-off, ma li ha cominciati alla grande, con due spettacolari partite contro Bollate e con un pubblico che gli altri campi se lo sognano.

E sabato prossimo a Bollate ce ne saranno altrettanti se non di più. Il pareggio ci permette addirittura di sognare, le forze in campo sono equilibrate in maniera incredibile, e se i problemi fisici della lanciatrice australiana si rivelassero più gravi del previsto, potremmo avere la possibilità di accedere addirittura alla finale.

Contro… Forlì? Saronno è uno squadrone fortissimo, ma una rimonta dal 0-2 è veramente difficile, soprattutto venendo da una serie consecutiva di risultati negativi. La palla è sempre rotonda, ma il line-up di Forlì può sempre buttarla fuori in ogni momento, e su tre incontri prima o poi può prevalere.

Veniamo ai soliti problemi delle finali giovanili.
Under 13: negli ultimi duecento anni Bollate ha sempre vinto lo scudetto, tranne due volte in cui ha vinto Caronno. Qual è la prima partita delle fasi finali? Bollate-Caronno. E dove si gioca? A Parma. Delle due: o è stato deciso da un folle (o da un burocrate? da un algoritmo?) o è stato fatto apposta per mettere in difficoltà le due squadre (o toglierne di mezzo una). Scegliete voi, ma in ogni caso bisogna metterci mano.

Due anni fa era stata fatta una proposta logica ed efficace, si iscrive alle finali chi vuole davvero partecipare, ma qualcuno non ha voluto accettarla. Ed ecco i risultati. Inutile dire che Bollate-Caronno sarebbe stata molto probabilmente la finale scudetto anche quest’anno, visto (con i miei occhi) il livello veramente sconsolante delle altre squadre.
Inoltre questo sistema ha visto nella U 18 la rinuncia alle finali di più squadre di quelle che avrebbero dovuto partecipare! Ma stiamo scherzando?

Rinunci alle finali e per cinque anni non vi vieni più ammesso. Così impari, e non iscrivi tre squadre a tre campionati con sole 10 atlete tesserate che giocano in tutte e tre le categorie. Amen.

(*) Quale secolo scorso?

(**) A casa mia si diceva: chi si loda s'imbroda, e non era un complimento.

(***) Qui si vaneggia più del solito.

(****) Una delle proposta più sensate mai presentate, e non scherzo.

(*****) Vedi nota (**)