Palla Mancata 

ANNO XII - NUMERO 6

26 MAGGIO 2012

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

MOMENTO VERITÀ


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

NUMERI UFFICIALI

Dopo tanto dare i numeri (Dox  e compari) possiamo finalmente pubblicare quelli ufficiali, relativi alle squadre iscritte ai campionati 2012.

 

A1

A2

B

U21

CA

RA

 

PIEMONTE

1

 

6

2

4

3

16

LIGURIA

 

 

3

 

 

 

3

LOMBARDIA

2

2

4

4

9

9

30

TRENTINO ALTO ADIGE

 

 

 

1

1

1

3

VENETO

 

4

 

7

4

2

17

FRIULI VENEZIA GIULIA

 

1

2

2

3

 

8

EMILIA ROMAGNA

3

3

3

6

9

13

37

TOSCANA

 

2

4

3

3

1

13

MARCHE

1

 

4

2

2

1

10

UMBRIA

 

 

 

 

 

 

0

ABRUZZO

 

 

2

1

 

 

3

LAZIO

 

1

3

 

 

3

7

CAMPANIA

1

 

 

1

 

2

4

PUGLIA

 

 

 

 

 

 

0

CALABRIA

 

 

 

 

 

 

0

SICILIA

 

1

5

1

3

1

11

SARDEGNA

1

 

4

 

2

5

12

 

9

14

40

30

40

41

 

Qualche commento si impone.

Sommando le squadre seniores ed arrotondando per eccesso (qualche società svolge solo attività giovanile) si arriva a circa 70 società vive in Italia. Si rimanda alla tabella pubblicata su PM N. 3 dello scorso 5 maggio, ed alle 144 società del 1978. Vengono confermate le considerazioni lì riportate, il pessimismo si impone.

Lombardia ed Emilia e Romagna rappresentano il 36% di tutte le squadre iscritte ed il 43% di quelle delle prime due serie, la cosa fa pensare parecchio.

La percentuale sale al 49% (praticamente la metà) se si considerano le squadre Ragazze e Cadette, ovvero il futuro del nostro sport.

Ciò che è veramente drammatico è il numero delle squadre di Serie B.

Come si faccia a non considerare la situazione estremamente critica resta un mistero. Spesso si sente dire che il problema è economico, confutiamo con forza questa tesi: il problema principale è la mancanza di atlete, il problema è lo scarso impegno nel reclutamento. Se, per esempio, in Lombardia ci fossero 20 squadre di Serie B, potremmo fare un campionato con pochi mezzi. Le difficoltà nascono per la rarefazione delle società.

Torneremo su questo argomento.


  

Personaggi della settimana: Silvia Pellegatta, nuovo capitano, e Sara Marostica, capitano uscente. 
Il passaggio delle consegne è avvenuto giovedì 24 maggio 2012. Il mattone è sempre quello incartato in una Gazzetta dello Sport del 2002.


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

ANATEMA
di BIDUS

Gaudente e giulivo esprimo il mio stato d’animo saltellando sul terrazzo del settimo piano dove “ho un posto da vecchio giullare, qui in Via Paolo Fabbri 43”. 

Mi accingo a sostituire vasi e terriccio, a spostare bulbose ormai esaurite in ombra e a piantare gerani e petunie con altri tipi di erbacee annuali.

Sono stato incaricato dal comune di Vipiteno di abbellire i balconi dei palazzi con il numero dispari, non si tratta di una scelta personale, l’Assessore alla sanità che ha incaricato i servizi di igiene mentale di seguirmi, aveva già promesso i numeri pari a Nicola Pietrangeli. Una telefonata interrompe il mio lavoro, la voce concitata di Giovanni Luciano Giuseppe Trapattoni nato il 17 marzo 1939 a Cusano Milanino, comune italiano di 19.499 abitanti, situato a circa otto chilometri dal centro di Milano (ci tengo ad essere preciso e meticoloso per evitare i protervi asterischi del gladio di Pertusella) (*).

Una telefonata, dicevo, di Giovanni che camuffando la voce mi invitava a scappare in Ruanda senza passare da casa. Strabuzzo gli occhi e chiedo lumi.

Mentre il Trapattoni parlava, avvertivo la strana sensazione di riduzione delle gonadi al diametro di un pisello canadese (Canadian Pois). Tutto è stato rivelato. 

Gli sconsiderati di Bariola hanno pubblicato disegni e misure. I segreti custoditi per secoli da uomini di scienza, massoni e alchimisti sono alla mercé del volgo.

Le dimensioni precise della scatola di battuta sono state pubblicate sul libello elettronico titolato “Transierunt pila” e come se tutto ciò non fosse già catastrofico lo smargiasso varesino si incensa di possedere una scatola perfetta perché tracciata con una dima in acciaio. Anatema! (**)

Lancio in queste righe un messaggio a tutti gli addetti: fuggite, salvatevi fin quando potete, l’Imbianchino di Caronno Pertusella ha scatenato gli inquisitori, nulla potrà fermare il più esaltato e fedele tra loro, quel Gianluca da Parma riconosciuto tra gli adepti come il più severo d’Europa.

Guai a Voi. Il segreto è stato svelato.

Fuggite; ora. Nascoste nelle parole qui di seguito scritte troverete le indicazioni per recarvi nel luogo in cui nascondervi.

Picchiano alla porta, che San Del Piero mi aiuti, sarà il giudice Parmense del CNT (Corporacion Nacional Telecomunicaciones).

G B

 

“Se fossi più gatto se fossi un po’ più vagabondo
Vedrei in questo sole, vedrei dentro l’alba e nel mondo.
Ma c’è da sporcarsi il vestito e c’è da sgualcirsi il gilet.
Che Mamma mi trovi pulito 
Qui all’alba in Via Fabbri 43”
(*) Se vogliamo essere precisi il comune si chiama Caronno Pertusella. I locali sono suscettibili. Si ricorda che quando l'insegna della nuova stazione riportava "Caronno P." ci fu una sollevazione popolare affinché venisse ripristinato il nome corretto.

(**) Potremmo fare una petizione ai responsabili dei regolamenti internazionali, che il box di battuta sia di dimensioni proporzionali a quelle del campo di gioco, ma temiamo che in quel di La Loggia non potrebbe entrarci nessun battitore che abbia un numero di scarpa superiore al 39.


MAROSTICATION

QUANTO PESA UN MATTONE?
Che vita sarebbe senza softball
di LASARA

From: Wave [mailto:wave@wavenwave.it]
Sent: giovedì 19 aprile 2012 12.22
To: Sara Marostica
Subject: Dolorosa incombenza
Ho tirato in lungo più che ho potuto, sai, sono di quelle cose che non si vorrebbero mai fare. Ci giri attorno e rimandi, c'è sempre qualcosa di più urgente da fare, sicuramente di più piacevole, forse di più importante. La vita è così, non vorresti mai sentire certe parole, prendere certe decisioni, affrontare certi discorsi. Vorremmo, come Dante, che certe situazioni rimanessero per sempre, tale è stata la loro perfezione.

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;
..

Si pensa e si ripensa se non c'è un'altra via d'uscita, se sia inevitabile che quella parola venga detta. Poi, ad un certo punto prevale il senso del dovere, e bisogna farlo almeno un attimo prima che quello che ci sta così a cuore finisca tra le cose stantie.
La prova dell'amore sta nel dolore per la sua perdita, l'importanza di una persona non può essere ricercata scandagliando negli angoli della memoria, va vissuta, se è necessario, attraverso il rincrescimento per il suo allontanamento.

Certo, fino a che la parola definitiva non è stata pronunciata, resta viva la speranza che tutto possa essere com'era, ma è giunto il momento di fare la domanda che non avrei mai voluto fare.

Che facciamo del mattone? 

Detta così, a chi non sa, può sembrare un discorso tra palazzinari, ma noi sappiamo.

Ecco perché, al termine di questo poetico vaniloquio, del quale mi vergogno profondamente per l'atmosfera melensa che potrebbe trasparire, che mi è così estranea, torno a porti l'interrogativo decisivo.

Che facciamo del mattone?

G

***

Oggetto: RE: Dolorosa incombenza

Mittente: Sara Marostica
Data: 23/04/2012 9.29 
A: <wave@wavenwave.it>
Ciao Giò,

Scusa la latitanza. Sono stata assente per qualche giorno per lavoro e al rientro... delirio.

Dolorosa incombenza... mmmh... che colpo al cuore mi dai.

Ora sì che si fa sul serio. Quella domanda ha rimbombato nelle mie orecchie per tutto il weekend.

Che facciamo del mattone?

Che facciamo del guantone?

Che facciamo degli spikes, dei guantini, della divisa...?!?!?

Che facciamo del softball?

Facciamo che sono stati anni di incredibile formazione e di vita insostituibile.

Che vita sarebbe stata senza softball? Nessuno può dirlo. Ma quella con il softball mi è piaciuta parecchio...

Quel mattone è giusto che passi nelle mani di chi saprà portarne il peso. Entrambi abbiamo già individuato la persona giusta.

Facciamo sì che questo avvenga ordunque.

Mi aspetto un passaggio del testimone degno delle migliori staffette... il compito più arduo spetta a te...

Io rimango qui con il mio bel mattone in attesa di tue nuove.

E non ti illudere: quand’anche mi avrai tolto quello, mi rimarrà tutto il resto... tiè!
A presto,

Sara 

***

From: Wave [mailto:wave@wavenwave.it]
Sent: martedì 24 aprile 2012 14.41
To: Sara Marostica
Subject: Guardando avanti

No, non sono io a toglierti il mattone, non darmi colpe che non ho... puoi sempre ripensarci, tiè!

Dobbiamo pensare a come organizzarci.

Possibili idee:
- andiamo una sera a mangiare una pizza assieme;

- passaggio delle consegne in campo nell'intervallo di un incontro casalingo;

- cerimonia nello spogliatoio sottolineando il valore dello stesso (fisico e metaforico);

- ...

Qual'è la tua preferenza? Altre possibilità?

La cerimonia, perché di cerimonia si tratta, avverrà con il risalto che merita.

G

***

Oggetto: RE: Guardando avanti
Mittente: Sara Marostica
Data: 24/04/2012 16.58
A: <wave@wavenwave.it>

Quella del ripensarci non è un’idea tanto assurda, sai?

Dopo circa 20 anni di softball e una situazione familiare improvvisamente ‘’impegnativa’’ credo sia abbastanza fisiologico un distacco...

E tu l’hai capito.

Tra le mille rassicurazioni che ancora cerco di darmi quando provo a convincermi di aver fatto la scelta giusta una prevale su tutte: sono diventata grande e ho smesso di giocare...

Non è uno scherzo. Giocare a softball mi ha portato via tanto tempo. E come mi sono divertita! Tanto quasi da vergognarmene... Ora bisogna fare i seri.

E tu l’hai capito.

Non è facile lasciarsi alle spalle ‘’tanta roba’’. Si è sempre un po’ confusi e incerti.

Tu l’hai capito e io ho gradito la tua insistenza.

Lascio mattone, guantone, borsa, divisa e cuore.

Le parole di una delle tue ragazzine, probabilmente agli inizi, rispecchiano esattamente il pensiero di una 31enne, che grazie a 20 anni di softball è diventata donna.

Grazie a voi.

Grazie di cuore per il modo straordinario in cui affrontate e trasmettete lo sport.

Si diventa grandi giocando a softball a Caronno.

Io non ho mai voluto giocare in altre squadre per questo motivo.

Ho sempre avuto la netta sensazione che ci avrei perso, più che guadagnato.

Ci sentiamo presto per i dettagli della cerimonia. Mi piace tanto l’idea della pizzata. Anche lì si può ricordare il valore dello spogliatoio...

Ciao,

Sara 


OLTRETEVERE

BAR SPORT
 
Dr. Jekill & Mr. Hyde

Oggi argomenti da bar …(*)

***

BASEBALL & SOFTBALL 

Vivo nell’ignoranza del sistema organizzativo della FIBS, ma credo d’aver capito (dai siti) che ci sono le elezioni in ballo…

Mi chiedo se all’interno della Federazione il softball sia rappresentato in maniera sufficientemente valida, oppure abbia un ruolo di Cenerentola anche come rappresentanti. 

Il softball è certamente più povero del baseball: meno società, meno iscritti, meno atleti, meno strutture, meno soldi (che già sono pochi per il baseball).

Però ognuno ha le sue esigenze (diverse) e ci vorrebbero persone (se già non ci sono) del softball che si occupino solo del softball. Lanciamo lo slogan: Il Softball al Softball.

***

CASUALITÀ E BRAVURA

Faccio i complimenti a una società neo-promossa della ISL. Con una mossa azzeccata e con bravura (e forse un po’ di fortuna che non guasta mai) hanno ingaggiato una lanciatrice Venezuelana (non americana o australiana) che ad oggi ha vinto 10 partite su 10, portando questa squadra al secondo posto in classifica, oramai quasi certa dei play-off (gufata alla Dox). 

Se consideriamo che la finale scudetto verrà giocata al meglio delle 5 partite, 3 delle quali lanciate dalla straniera, diciamo che ha addirittura buonissime possibilità di vittoria finale.

Per arrivare a questa giocatrice non è stato necessario avere un budget faraonico, uno sceicco o un club con 120.000 iscritti come il Real Madrid.

Vuol dire che, a differenza del calcio, dove si conoscono tutti i giocatori e se si vogliono i migliori basta comperarli o pagarli (molto), nel softball la scelta è ampia, ma soprattutto i nomi sono quasi sconosciuti (a meno che non si ingaggino straniere già veterane del campionato italiano) e gli ingaggi contenuti.

Si sceglie in base alle classifiche delle Università Americane o forse guardando filmati su YouTube. 

Perciò opto molto per la casualità delle scelte (buon per loro).

Nel softball spesso basta trovare una ottima lanciatrice per arrivare a traguardi insperati.

Non voglio sminuire il merito o l’ottimo lavoro di squadra delle società che “pescano” questi jolly, vorrei far notare come si può arrivare al vertice anche con una sola mossa azzeccata.

Pensate al Caronno … se lo scorso anno avesse preso questa giocatrice (al posto delle altre straniere che aveva scelto, brave ma non bravissime) adesso anziché in A2 sarebbe ….magari anche Campione d’Italia, o perlomeno si sarebbe salvato con 10 partite vinte. 
Per la cronaca la straniera della prima in classifica ne ha vinte 9 su 10. 

Non è un discorso d’invidia ma un invito a riflettere.

Nel softball la lanciatrice ha un ruolo dominante, da sola (o quasi) riesce a spostare l’equilibrio del risultato. 

Le partite lanciate dalle straniere solitamente si concludono con poco spettacolo, molti K, pochissime battute, punteggi risicati (discorso già fatto). Io sono per le partite con più battute, più corridori sulle basi, più giocate e più punti.

Dallo scorso anno è stata introdotta la regola per la quale si può scegliere con quale lanciatrice, italiana o straniera, giocare, questo ha portato a un grande equilibro della “classifica” (ma non dello spettacolo che non è la stessa cosa). 

Potrebbe essere un’idea quella di modificare le regole e poter utilizzare la lanciatrice straniera NON per tutta la partita completa ma per 7 inning distribuiti (a scelta del manager) sulle 2 partite, con un massimo di 4 inning a partita. 

In questo modo ci sarebbe l’obbligo dell’alternanza della straniera con l’italiana e la partita potrebbe riaprirsi concedendo più chance allo spettacolo (o dopo gli inning dell’italiana arriverebbe il closer).

Le scelte tecnico-tattiche si sbizzarrirebbero all’infinito.

In questo caso diventerebbe importante anche avere una buona rosa di lanciatrici italiane e verrebbe premiato il lavoro svolto dalle società.

Altrimenti con una ottima lanciatrice americana vinci 10 partite e sei automaticamente salvo.

Mah … magari poi non funziona neanche. 

***

LITTLE LEAGUE

Siamo oramai in clima Little League, i raduni si intensificano e ci si avvicina al mese di Luglio quando Caronno Pertusella e Bollate avranno il piacere e l’onore di ospitare le finali europee di tutte le categorie.

Di sicuro l’organizzazione sarà all’altezza del nome e del blasone delle due società che hanno organizzato già tanti eventi internazionali. 

Visto che è un evento unico, potrebbe essere l’occasione per fare moltissimo (televisioni regionali – media – pubblicità – radio ecc. ecc.)

Approfittiamone.

Peccato per la defaillance e la scelta personale di alcune forti atlete di non partecipare, atlete che avrebbero aumentato notevolmente il tasso tecnico agonistico. Ma le sostitute non le faranno rimpiangere. 

***

Un abbraccio alle popolazioni dell’Emilia e del Modenese per le loro sofferenze.

PS
La partita Galaxy – Ultrax (finale Campionato Italiano 2025) non si è disputata causa maltempo. I sistemi di copertura dello stadio non hanno funzionato a causa di un martinetto idraulico (cinese) difettato. La partita è rinviata in data da destinarsi. Viva il Made in Italy.

(*) Perché le altre volte?


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

ANCORA E SEMPRE GIOVANILI

Le squadre di A1 hanno l’obbligo di schierare in campo tre squadre giovanili, a chi non ottempera a tale obbligo verranno irrogate sanzioni. Lo scorso anno dovevano essere assegnate alcune partite perse, al termine del girone d’andata. Naturalmente ciò non è avvenuto. 

Quest’anno la norma è stata modificata, verranno assegnate partite perse all’inizio del campionato 2013. Figuratevi se ciò avverrà, tanto chi si ricorda? Intanto l’obbligo è volutamente poco chiaro: non esiste un limite minimo di tesseramento, né di partite giocate. Cosa vuol dire? Se io tessero sei bambine e tre maschietti e questi giocano un paio di partite, ho soddisfatto all’obbligo? 

Traduzione: sono considerati una squadra ragazze che ha disputato un campionato? In attesa (vana) che qualcuno metta per iscritto alcuni limiti minimi, che ne so, almeno una dozzina di tesserate femmine e almeno una decina di partite giocate, vediamo come sono messe le squadre di A1.

Tralasciamo il Bollate, campione italiano da sempre, che oltre alle tre categorie ha anche una squadra “collegata”, le Red Fox, e gli scorsi anni aveva anche altre squadre aggiuntive, oltre alle squadre “mini” under 10. 

Con le canoniche Ragazze, Cadette e Under 21 troviamo Forlì e La Loggia. E basta. 

A posto con le regole sono anche Nuoro, Legnano, Pianoro con due Ragazze e una Cadette e Titano Hornets con due Ragazze e una Under 21 (ma le ragazze che passano cadette dove giocano?). 

Tralasciamo alcune sottigliezze, Pianoro ha due squadre con questo nome e una come “Blue Girls”: sarà la stessa società? Guarda minga tuscoss!

Se hai due squadre nella stessa categoria, devi avere due diversi roster bloccati, non puoi passare giocatrici da una squadra all’altra (leggi:giocano sempre le stesse nove), e devi inviare prima del campionato le due liste al comitato regionale per il controllo. 

Lo hanno fatto? Ma dai, guarda minga tuscoss! 

In Emilia ci sono sei squadre U21, ma quattro sono in un girone, e in un altro solo Forlì e S.Marino. Mah.

Abbiamo poi Caserta, dove mi pare non manchino né soldi né allenatori. Ha iscritto una squadra Ragazze, che finora ha giocato due partite nello stesso giorno con la Lazio ed il Montefiascone, di una non si sa il risultato. Niente Cadette né U21 obbligatorie: forse vale doppio una squadra iscritta alla B che ha giocato 4 partite? Boh! 

Un mistero è poi l’Unione Fermana. Nessuna giovanile iscritta. Nella zona, ma vicino a S. Marino, c’è una società chiamata Valmarecchia con una squadra di B nel girone Marche e due Ragazze e una Cadette nel girone Emilia. Vuoi vedere che in qualche modo queste squadre “valgono” per sanare l’obbligo dell’Unione Fermana? Misteri misteriosi, vedi lo scorso anno L’Arezzo che vince il titolo U 21 con giocatrici del S. Marino e del Langhirano. Ma non si dovrebbe giocare con atleti tesserati solo per la propria società? Ma si, guarda minga tuscoss!

***

Aggiorniamo un po’ i numeri alla data del 19/5.

Partite giocate in Lombardia, 88 Ragazze, 66 Cadette, 16 U 21, totale 170. 

Emilia 39-38-9= 86; Veneto 10-32-24 = 66; Piemonte 6-22-6 = 34; Friuli 1-6-2 = 9; Toscana 0-2-2 =4; Lazio 2-0-0 = 2; Sardegna 8-3-0 =11. 

Tanto per puntualizzare, e nonostante la pioggia, sono 212 in tutto il resto d’Italia.

Sarebbe interessante che alle votazioni per eleggere il presidente federale, i voti delle società venissero stabiliti in base al numero di atlete tesserate, le partite giocate ed il pubblico presente. Nelle partite giovanili facciamo gli stessi spettatori di molte partite di serie A, e non parliamo poi di quando giochiamo i derby Caronno –Bollate. Se non usiamo questi parametri per valutare le società,qualcuno mi può spiegare perché altrimenti continuiamo a giocare a Softball?

***

Ma dopo tanta tristezza, qualche buona notizia : è tornato Bidus!! E con il dott Jekill il nostro Palla Mancata assurge a vette inesplorate di alta letteratura.

Salve atque vale.