Palla Mancata 

ANNO XIX - NUMERO 2

13 APRILE 2019

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

DERBY DELLA VARESINA


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

EDITOR

Il privilegio dell'editor, titolo che mi è stato impropriamente attribuito ma che - a questo punto - tanto vale mantenere, è che legge in anteprima gli articoli, prima della pubblicazione.

L'articolo di Bidus che oggi pubblichiamo è di quelli che tutti dovrebbero leggere.

Girando per i campi il leitmotiv si incontra spesso un certo piagnucoloso lamento. Le naturali difficoltà vengono dilatate a dimensioni cosmiche. Gli inconvenienti di gestione diventano insormontabili ostacoli, e così via.

Ma come è possibile travasare entusiasmo, che pure ha contraddistinto per tutti l'avvicinamento al nostro sport, verso le nostre più giovani atlete se tra di noi vediamo più le difficoltà che le opportunità?

Le bambine che giocano a softball ci chiedono gioia e allenatori micragnosi hanno difficoltà a proporla, allenatori che "l'unica cosa che conta è il risultato" o "tranne il primo tutti gli altri sono perdenti" come possono proporre gioia a tutte le loro piccole atlete, delle quali qualcuna potrà andare avanti, altre sono evidentemente meno dotate, ma oggi sono tutte ugualmente desiderose di giocare?

A volte bisogna scegliere, se privilegiare gli aspetti formativi ed educativi o quelli sportivi. Il nostro è uno sport minore, con numeri piccoli che vanno sempre più a contrarsi, siamo così sicuri che sia il risultato la cosa che più conta per giustificare gli sforzi che facciamo quotidianamente?

Se così fosse ci sarebbe posto per ancora meno persone di quelle poche che girano per i campi di softball, ma se al posto del più semplice (e a volte rudimentale) da capire risultato sportivo sostituiamo il successo educativo ecco che si aprono prospettive assai più ampie nelle quali ci si possa ritrovare.

La felicità di cui parla Bidus è illuminante, semplice e allo stesso tempo rivoluzionaria.

Non siamo calciatori, che possono trovare nello sport una professione, siamo degli appassionati di uno sport che pochissimi conoscono, molto bello e appassionante per noi che lo pratichiamo, e all'interno del nostro mondo dobbiamo trovare le motivazioni e le gratificazioni, visto che non c'è un "all'esterno" che ci possa ricompensare con successi economici, di visibilità o di notorietà.

Ritrovare la semplicità per alimentare l'entusiasmo, che resta pur sempre l'unico carburante necessario per proseguire, compensando impegno e fatica, per ritrovare l'equilibrio perfetto negli sguardi felici delle ragazzine che abbiamo sui campi.


Personaggio della settimana: Francesca Rossini, tornata ai migliori livelli in battuta (AVE=385)

AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

PHYSIQUE DU RÔLE
di BIDUS

La felicità io l’ho vista. Ho visto la felicità negli occhi di tante bambine che hanno partecipato alle selezioni della Nazionale più giovane. Nel mio ruolo di accompagnatore e “chauffeur” pur non avendo il “Physique du rôle“ mi sono seduto su panchine, spalti all’interno di palestre, sedie pieghevoli ed ho visto la felicità.

Negli occhi delle giovanissime ragazze la vedi, è come tuffarsi nelle acque estive del mare, un abbandonarsi ai suoi flutti, la libertà di essere, il piacere di vivere.

Un tutt’uno con l’orizzonte dove il cielo e il mare si sfiorano, la felicità la vedi con gli occhi e la bevi con le mani. Guardando la loro felicità mi resta nella mente un velo di benessere che custodirò per sempre.

La felicità e la gioia io l’ho vista negli occhi delle bambine abbracciate alla campionessa italiana Greta Cecchetti, sommersa da piccole mani stringenti palline, guantoni, scarpette, rilasciava autografi e sorrisi, abbracci e carezze, ed io vedevo la felicità.

Essa non è un programma di vita, ma un fuori programma.

La felicità è attesa, sogno e amarezza, la felicità ha il passo rapido e le mani lievi, non puoi trattenerla.

Non si può descrivere la felicità, la si vive. Molto umilmente cerco di descriverla perché l’ho vista negli occhi di tante fanciulle, con le mani tremanti che stringevano una mazza quando essa impattava decisa sulla palla, che schizzava lontana, sotto lo sguardo attento dei selezionatori.

Verranno poi anche le delusioni e la tristezza, perché gioie e dolori molto spesso si rincorrono e gli autunni e gli inverni vengono per farci scontare le primavere e le estati.

Molte delle ragazze che ho visto con la gioia negli occhi non saranno selezionate e proveranno, allora delusione e tristezza; ma quel momento di felicità che hanno vissuto, resterà nel loro animo per sempre, indelebile e duraturo.

La felicità vive di imboscate, improvvisa, lasciatevi sorprendere.

“La felicità è un lievito di follia”. Mio nonno contadino veneto, degustatore di Pinot delle sue vigne, con gli occhi umidi mi raccontava di giorni felici, quando la domenica portava la Padroncina a messa sulla “Balilla“ nera tirata a lucido, e davanti al camino posava una sua manona callosa sulla mia testa e diceva: “Se i giovani sapessero e i vecchi potessero”.

Questa era la saggezza semplice degli anziani contadini,  la vecchiaia genera malinconia, che è un ponte tra il passato e il futuro, se fosse possibile bisognerebbe gustare l’energia e la forza di un giovane con la saggezza di un anziano, ma non si può.

Mi porterò dentro per sempre la loro felicità, quella vista nei loro occhi, ricorderò per sempre un leggero vento, una carezza, un soffio leggero di follia.

Un grande abbraccio
GB


NÉ TIFOSO, NÉ TECNICO (Commenti in libertà)

ORIUNDE SI, ORIUNDE NO
di
KARL DER GROßE

In meritoerito all’argomento “oriunde”, ad oggi la Federazione è riuscita ad ingaggiare la “sola” Amanda Fama, “prestata” al Bollate, e, dopo più di un anno di “affannose” ricerche di una o più pitcher da “naturalizzare” si è dovuta “accontentare” di tirare fuori dall’armadio Lisa Birocci che ha poi… “scelto” Saronno per togliersi quel poco di ruggine che aveva accumulato facendo la Pitching Coach della Nazionale.

Questo ci dice che “in giro” non c’era molto e, quindi, non dovrebbero esserci altre “sorprese” prima delle Qualificazioni Olimpiche a meno che anche la nostra Federazione non voglia seguire la strada che “percorrono” alcune nazionali sudamericane… ma non credo.

Su questo argomento, nell’autoreferenziale mondo del Softball sembrano esserci due scuole di pensiero, la prima sostiene che la Federazione fa bene a cercare di ingaggiarne il più possibile perché l’obiettivo delle Olimpiadi è troppo importante da raggiungere e poi “…così fan tutte…” e quindi non vedo perché non dovremmo farlo anche noi.

La seconda, invece, sostiene una linea più… “nazionalista” che vorrebbe una Nazionale composta da sole… Italiane “VERE”, per dirla alla Toto Cotugno, in nome di una presunta crescita del movimento che DOVREBBE essere uno dei principali pensieri di chi gestisce questo sport.

Se a qualcuno interessa, personalmente, posso capire il ragionamento sull’importanza dell’obiettivo, ma non riesco a “sposarlo” per principio… perché, il “così fan tutti” oppure il concetto di… “interpretare” le regole non mi è mai piaciuto e, con le dovute proporzioni, fa il “paio”, come approccio per me discutibile, a quanti utilizzano tre maschi nella categoria Ragazze o Under 12, come si dice oggi, pur avendo ragazze in abbondanza da far giocare oppure, con ancora più dovute proporzioni, è come dire che è giusto trovare il modo per “aggirare” le tasse perché, tanto, lo fanno tutti…

Probabilmente sbaglierò ma sono “approcci” che… non mi piacciono.

La seconda “teoria”, invece, mi è più vicina. Ritengo, infatti, che una parte importante dell’ipotetica sopravvivenza del nostro agonizzate sport dipenda non solo ma, ANCHE, dal cercare di tenere alte le ambizioni e le aspettative delle già poche atlete delle giovanili perché non perdano le motivazioni a continuare nell’attività agonistica, motivazioni già fortemente e quotidianamente minate da molti personaggi che gravitano, a vario titolo, intorno a questo sport.

In fondo, gli ottimi risultati ottenuti dalle Nazionali Under 19 e Under 22 ai Campionati Europei 2018 dovrebbero infondere fiducia, oltre a servire a dare “fiato alle trombe” di chi si è preso i meriti, e sono arrivati malgrado lo stato di semi-abbandono in cui versa da anni il Softball Italiano. Il tutto aggravato dalla miope visione, o sarebbe meglio dire… cieca, che hanno la maggior parte delle società e chi le rappresenta… verso il futuro di questo sport, ovvero il settore giovanile.

Questi risultati dimostrano che, malgrado il modo in cui è stato ed è “gestito” il settore giovanile questo sia, comunque, il migliore a livello europeo… pensate dove potremmo essere se non fosse gestito… all’italiana.



TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

PROTESTO

Elevo vibrata protesta: ma come? La ferrea censura del Turcomanno non c’è più?

Troppo preso (perso?) dai troppi impegni vuoi vedere che non legge più gli articoli e li pubblica così come sono? Oppure peggio due pesi e due misure? Perché mi taglia ogni minima insinuazione mentre ad altri è concesso di andare giù pesante con lo spadone? Nel caso, dal prossimo numero seguirò le orme di Karl de Grosse, che le ha sparate grosse (ma giuste!).

Quesito esistenziale: Lisa Biroci o Birocci? In tutti i siti FIBS c’è una c sola, mentre tutti (quorum ego) gli addetti ai lavori si ricordano di due. Errore di battitura della FIBS o vuoto di memoria di molti addetti? Nel primo caso correggere immediatamente, nel secondo…alzhaimer per tutti. Ma è mai possibile che chi scrive per il sito FIBS non lo sappia? (*)

La traduzione del finale dello scorso articolo è “Fino a quando possiamo vendere il liquame”, inteso come parte liquida del letame. Nessuno si ricorda quando e perché era già stato citato in passato e a che proposito? La prossima volta una ulteriore spiegazione.

Intanto campionato a muzzo, una partita ho in campo nove ragazzine, quella dopo una marea di straniere, fortunato chi incontra la prima, va male a chi incontra la seconda. Poi ci sono oriunde, AFI straniere e non AFI italiane, italoamericane, hollandcomunitarie e “dual citizen”: va bene tutto oramai.

Sabato due partite importanti: in vetta Saronno deve dimostrare quanto vale, ha vinto (ma a fatica due volte), e a parte il risultato deve far vedere che può tenere testa al Bussolengo.

n coda già determinante Parma-Caserta, in caso di due vittorie delle emiliane, loro e altre quattro squadre tireranno un sospiro di sollievo.

***

Quanto al futuro del nostro sport, ecco i soliti dati di inizio stagione (ma a chi vuoi che interessino? Ai dirigenti federali? Ma stiamo scherzando? Hanno ben altro a cui pensare!).

Squadre Under 12 (il futuro del nostro sport) in Italia: 28, così suddivise: in Lombardia 5 + 5 esordienti, in Emilia 6+2 esordienti, fanno 18. E il resto? 5 in Sardegna (!) 3 in Piemonte 2 in Toscana.

Amen.

Esordienti vuol dire senza lanciatrice, lancia il manager. Ecco (forse) spiegato il numero di lanciatrici italiane (decenti) esistente oggi.

(*) Destituita di fondamento la presunta notizia (?) che l'editor non controlla gli articoli, soprattutto quelli di Dox quando parla di quesiti esistenziali. E difatti il nostro viene colto in fallo. "In tutti i siti FIBS c'è una c sola, ...". sbagliato.

Ecco le prove.

Articolo FIBS sulle gare del 31 marzo 2019

 Roster 2019

Statistiche 2009

L'unica fonte che riporta il nome senza la doppia "c" è il ruolino (play-by-.play)

Ci siamo fermati qui, volendo si potrebbe ampliare l'indagine.

Salvo smentite vien da pensare si tratti di un semplice errore di inserimento del CNC.