Palla Mancata 

ANNO XXIV - NUMERO 3

20 APRILE 2024

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

PUNTEGGIO PIENO (PER ORA)


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

ALLARME ROSSO

Manda l'articolo Bidus con questa avvertenza: "Attenzione !!!!!!!!!!!!! Leggere bene prima di pubblicare."

Ci spaventano i 13 punti esclamativi che suonano come le trombe di Giosuè a Gerico. Apriamo con una certa apprensione l'allegato alla email e, letto l'articolo, ci sentiamo come un panno che esce dalla lavatrice senza avere fatto la centrifuga. Anzi no, dopo avere fatto la centrifuga, perché il panno bagnato è una cosa, ma girare a 1600 giri/min (rotazione massima di una lavatrice) è uno sbattimento non da poco.

Scatta quindi l'auto-seduta di auto-coscienza. Dove abbiamo sbagliato? E pensare che l'articolo di apertura aveva addirittura ricevuto insospettabili lodi.

L'emozione, ecco, manca l'emozione, afferma il nostro. Ma no, l'emozione c'è sempre  (effetto #1) altrimenti come faremmo? Va detto che alla prima stagione da allenatore correva l'anno 1974, quest'anno sarebbero le nozze d'oro con il CNT. Ricordo l'esame nella sede della FIBS Lombardia, esame orale fatto da Giancarlo Mangini. Tutto in una serata, siamo tornati a casa alle 2 di notte. Tessera n. 25, Dox ci frega, la la N. 7, tessera ottenuta con il trucco. Nel 1972 è andato a spese FIBS a vedere gli spring training delle major league in Florida con un gruppo di "allenatori" italiani. Grazie a ciò gli hanno dato la tessera senza esame. (Per la cronaca Alfonso la la N. 24, solo per meriti alfabetici).

La sferzata torinese richiama il tocco di uno spadaccino e in un primo tempo ho accarezzato l'idea di entrare in una metafora con Cirano (... non perdono e tocco). Side effect: mi sono riletto la sinossi del dramma di Edmond Rostand, emozionandomi (effetto #2).

Poi l'idea di Andrea Zorzi (ci penso anch'io) mi riporta alla mente un altro Zorzi, Tonino, allenatore di basket scomparso lo scorso anno. Giocava nell'Ignis Varese e lo avemmo (io e Dox) come professore di educazione fisica in prima liceo. Arrivava con uno spider Innocenti verde. Ahimè in rete c'è solo la versione blu, ma l'auto era questa.

Fu lui ad indirizzarci verso l'atletica. E dopo come insegnante arriva Vittorio Tracuzzi, che il Varese allenava, conquistando anche lo scudetto 1963-64.  Forse questo l'ho già scritto, in ogni caso effetto #3.

Quando si giocava a baseball sul finire degli anni sessanta c'era un gergo tutto particolare, ricco di ingenuità e allo stesso tempo colorito. Un lancio molto basso, quasi a terra, era chiamato palla talpa. In questo caso l'abbinamento è con i disinfestatori di talpe, attività agricola meritoria e mai abbastanza apprezzata. Ne sanno qualcosa a Cernusco sul Naviglio, che avevano il campo da baseball funestato dalle montagnole di terra create dalle talpe, tantè che hanno chiamato la squadra Mole's Friends. E quando finisce il carrello delle palle usate per l'allenamento alla battuta e bisogna raccogliere una cinquantina di sfere gialle all'esterno ecco che ci verrebbe in mente la raccolta dei meloni maturi (ogni riferimento è involontario). Che dire poi della cura con la quale si tira  la terra rossa, che richiama la precisione con la quale si prepara il fondo di una risaia.

Per adesso fermiamoci qui.


Personaggi della settimana: Melany Sheldon, ancora una prestazione difensiva da major league


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

PALLA SOFFERENTE
di BIDUS

Sono usciti i primi due numeri di Palla mancata della stagione e devo sinceramente dire che sono rimasto perplesso, confuso e infelice leggendo gli articoli dei colleghi giornalai.

Si aggiunga che ognuno a casa sua può imbrattare e scrivere sui muri quello che gli garba, ma, se mi è permesso, ho avuto l’impressione che non ci fosse emozione, che mancasse quella scintilla quel brivido emozionale che invita a continuare la lettura. Scrivo queste cose perché come dice sempre il coroner, ce la scriviamo ce la cantiamo tra di noi come se fossimo al pub davanti a una birra, tanto nessuno ci legge.

Gli articoli di Sacco e Vanzetti contenevano un sequela di numeri, dati, statistiche, previsioni future per la stagione, autocelebrazione e i soliti veleni della vipera bofors sulla pochezza del softball e dei suoi derivati al di fuori della Lombardia e del recinto di Bariolandia.

Scrivo e il mio debole cuore sanguina, ma rileggendo i miei stupidi articoli mi sono sentito fuori posto, come una pizza all’ananas, come un panino al salame e fragole, un intruso in casa d’altri, un poco come un invitato dello sposo, lontano compagno di naja che nessuno conosce e non si capisce cosa ci faccia in mezzo a parenti ed affini.

Chiedo scusa se ho offeso qualcuno e sono pronto a raccogliere il guanto se verrò sfidato a duello dietro il convento dei carmelitani in sandali a mezzanotte, ma sono così innamorato di questo giornale che mi dispiace vederlo rinsecchito e piegato. Mi dimetto anche immediatamente, ma se continuiamo a scrivere cerchiamo nel nostro piccolo, piccolissimo spazio di suscitare interesse, curiosità, Viviamo la vita e quindi anche i momenti in cui scriviamo, momenti in cui ci relazioniamo con altre persone facciamolo in maniera straordinaria, il piccolo gesto insignificante di aprire il nostro stupidario deve emozionarci.

Nessuno ci deve niente e non siamo in credito con nessuno, se siamo curiosi riusciamo a suscitare curiosità, altrimenti il lettore sfoglia distrattamente con il mentone sporco di sugo di melanzane e poi rinuncia andando altrove. Probabilmente qualcuno starà pensando: ma questo chi si crede di essere, viene pontificando in casa nostra e scrive solo p... senza senso mentre a noi interessa sapere dati, statistiche e futuro della nostra squadra, resta pure al di là del Ticino e occupati della pochezza del softball nella tua regione.

Avete ragione ed io da tempo so molto bene di far parte di quel gruppo di persone di cui si dice: “due braccia tolte all’agricoltura“ ben sapendo che l’inutilità di quello che faccio nel quotidiano ha talmente così poca efficacia che se zappassi la terra otterrei sicuramente migliori risultati.

Considerando che potrebbe essere l’ultimo articolo che scrivo voglio condividere un pensiero, anch’esso l’ultimo, che da tempo mi frulla per la testa, esso è stato scatenato da una lungimirante idea del campione Andrea Zorzi a proposito del “piantare atleti“.

Sport e agricoltura, mondi lontani ma stranamente simili. Cercare analogie tra le discipline sportive e le attività di agricoltura è una scommessa che potrebbe anche portare ad invogliare aziende ad avvicinarsi al nostro mondo. Per esempio un abbinamento è stato fatto tra la pazienza dei produttori dell’aceto balsamico e la marcia, identificando nelle due cose la lentezza e l’armonia. La scherma e i produttori di miele, maschere e pungiglioni delle api.

Semplicemente affascinante, da qui la splendente idea. Cari spazzolatori di emù femmina, vi propongo una sfida, sempre che il direttore artistico posi i testi di astrofisica applicata alla gestione del verde pubblico e avvalli il mio certame. Trovate un attività agricola che abbia affinità con il nostro amato sport, scrivete al direttore, tempestatelo di mail, andate sotto casa sua e tirate delle zucchine alle finestre, sicuramente per sfinimento verranno pubblicate le vostre idee e la migliore vincerà un soggiorno su uno sgabello mancante di una gamba vicino a Dox per assistere ad una gara casalinga della vostra squadra con lui, che vi offrirà anche una media e vi canterà una canzone di Ornella Vanoni in falsetto.

Addio (?)
GB


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

SIAMO ANCORA A MILLE!! (?)

(Scritto il 17 aprile 2024)

Sono passati 15 giorni dall’inizio della stagione e la Rhea è ancora a mille, come faceva notare l’editor nel suo articolo di apertura.

Il punto interrogativo del titolo riguarda il recupero con il Collecchio, per cui quando leggerete, vedete voi se toglierlo o meno.

Spettacolare doppia vittoria contro le storiche rivali del Pianoro: da anni ci giochiamo l’ingresso ai play-off contro di loro, e la spuntiamo di stretta misura. Le partite sono garanzia di spettacolo, passate alla storia quelle di due anni fa a Pianoro, non meno entusiasmanti le due di sabato. Standing ovation alla presa in tuffo all’indietro di Minardi, mai visto un out come quello di Sheldon su una palla che ha passato Alicart, spettacolari fuoricampo, doppi giochi e punteggio sempre in bilico.

Come auspicato nell’articolo scorso, ringraziamo il manager bolognese.
Alicart pareggia l’incontro con un home-run che passa metri oltre la siepe. Il viso di Comar è tutto un programma. Visibilmente in crisi deve affrontare non le battitrici del Caronno, ma uno sciame di vespe inferocite. Andrebbe sostituita, non è certo in grado di reggere ancora una o più riprese supplementari. Ma a Saronno la sostituzione è costata la vittoria, e quindi stavolta il manager non osa, e la lascia in pedana. Prende due valide e arriva Sheldon.

O la cambi adesso o sarebbe gioco darle la base intenzionale, dopo c’è una giovane, brava, ma alla sua seconda partita in serie A. L’inning precedente Argy non ci ha pensato due volte a mandare in base Brandi. Ma no, la giochiamo: doppio e game over.
Se fossimo in inverno, sarebbe a rischio il panettone.

Sabato andiamo a Saronno, che ha segnato duemila punti, e non è con loro che ci giochiamo il campionato. Però ne hanno perse due con Pianoro (Va beh, una e mezza). Noi abbiamo battuto il Pianoro. Il sillogismo si chiuderebbe con….

A noi interessa giocare bene, fare contento il numeroso pubblico, se poi anche si vince, meglio.

Abbiamo visto le convocazioni della nazionale per i test atletici.
Spiotta in nazionale? Siamo impazziti? Ma no, siamo felici per lei, ormai legata per sempre nel bene e nel male con le vicende del Caronno. Le auguriamo una lunga carriera e grandi prestazioni (meglio se non contro di noi). Lo scorso anno facevamo notare, indignati, che non si potevano lasciar fuori dalla nazionale due giocatrici come Bigatton e Giacometti. O ci hanno letto o era così evidente che hanno rimediato, finalmente.

Chiudiamo con il solito lamento sulle giovanili. Rileggete la scorsa settimana. In questa non solo la tredici, ma anche la quindici ha giocato (per modo di dire) a quel livello.
Forse bisognerà introdurre la “esordienti” anche nelle categorie superiori.