Palla Mancata 

ANNO XXIV - NUMERO 13

3 AGOSTO 2024

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

VERSO IL FINALE


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

CERCHI DA CHIUDERE

Dopo gara di giovedì 1 agosto, ci si trova con alcune (giovani) ex-atlete a parlare di softball e di vita e il discorso vira (forse pilotato) sul momento in cui si decide di chiudere con lo sport giocato. È un momento che arriva per tutti e da allenatore mi sono trovato tante volte a raccogliere la confidenza, magari solo l'anticipazione, della decisione ormai presa. È un momento che ha una sua difficoltà, a volte direttamente, a volte inversamente proporzionale al tempo che si è passato sui campi e col tempo ho capito cosa bisogna dire in questi casi.

Il momento del distacco dal softball giocato a livello agonistico può rappresentare la fisiologica evoluzione di un tratto di vita, ma vi sono casi nei quali è l'evento improvviso e imprevisto che gioca un fattore decisivo. È qui che il cerchio a volte non si chiude e restano appesi qua e là ricordi e aspettative che necessiterebbero di un punto fermo messo con una matura consapevolezza che gli eventi hanno invece forzato in maniera imprevedibile.

Ricordo un episodio di molti anni fa che mi ha fatto capire la complessità della situazione.

Siamo alla fine degli anni settanta, un conoscente mi chiama dicendomi che il figlio andrà a passare un anno negli USA e per reciprocità loro ospiteranno una ragazza americana. Parlando con lei è emerso che gioca a softball ed è quindi stato naturale creare il contatto con noi. Questa ragazza viene tesserata e gioca un po' con noi, non solo, si diletta a cantare e quindi partecipa a qualche recital della band: genere John Denver. Terminato il periodo ritorna a casa. Passa un anno, una sera suona il campanello di casa, chi è? Proprio lei, è ritornata per passare una decina di giorni in Italia. Ma è ciò che dice che sorprende e fa capire. "Ero ossessionata dall'Italia, tornata a casa non facevo che pensare a qui, la mia vita era come sospesa. Dovevo tornare per chiudere un cerchio decisivo."

I cerchi aperti vanno richiusi, ma non è quasi mai facile. Dipendesse solo da noi, ma le circostanze e gli altri sono elementi da considerare e rendono la situazione complessa.

Non è sempre necessariamente così, per fortuna capita più spesso che a un'atleta che smette si possa dire: "Il momento non è facile, ma devi essere serena. Hai fatto tutto quello che c'era da fare, per te stessa e per la squadra, ora si gira pagina e tutto ciò che di buono è stato lo sport te lo porterai con te per tutta la vita".

Le ex-atlete che ogni tanto si ritrovano, ormai diventate madri, e hanno sempre qualcosa da dirsi (non necessariamente solo ricordi di gioco) dimostrano il valore personale e sociale dell'esperienza sportiva e da un certo punto di vista giustificano tutto quello che è stato fatto per loro, a partire dal tempo dedicato.

Ma... poi ci sono alcuni cerchi che restano aperti e che hanno necessità di essere chiusi. Dicendo necessità intendo ciò che è complementare e opposto a opportunità. Si tratta di un bisogno vero e proprio, non soddisfarlo cosa comporta? Apparentemente poco o niente, la vita prosegue, ma alla lunga potrebbe restare un angolo buio nei nostri ricordi, che se non ci fosse sarebbe meglio.

Quando mi accordo di qualche cerchio aperto, beh... le interessate sanno di cosa parlo.


Personaggio della settimana: Beatrice Salvioni, lungo doppio per il (momentaneo) sorpasso su Bollate


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

LASCIATE CHE SIA
di BIDUS

Molto probabilmente siete sul piede di partenza per le tanto desiderate vacanze, dopo un anno di lavoro qualche giorno di meritato riposo ve lo siete guadagnato.

Molto umilmente mi permetto di darvi un consiglio, non andate in luoghi rumorosi e affollati, non fatevi perseguitare dall'affanno del sempre connessi, staccate la spina avete bisogno di silenzio.

All'interno della guardiola settentrionale della porta di Brandeburgo a un passo da dove un tempo il "muro" oscurava la vista e metteva paura, c'è la "Raum der Stille" la camera del silenzio. Trenta metri quadri per meditare nell'assenza di rumore, un luogo dove chiunque lo desideri può andare, di qualunque cultura, credo e provenienza.

È stata istituita nel 1944, non sappiamo se veramente esiste o si tratta di una leggenda, pensate di entrare in un luogo dove il silenzio è assoluto, sentite solo il rumore del vostro respiro e dei vostri pensieri.

Meditare stando seduti in silenzio immobili, l'esatto contrario della vita che facciamo. Inspirare ed espirare lasciando andare le cose concentrandosi su se stessi e sul presente.

Preferiamo di gran lunga vivere una vita frenetica fatta di mille impegni e attività anziché concentrarci sullo stare bene con se stessi. Siamo lì, fermi, immobili e semplicemente osserviamo le nostre emozioni prestando attenzione al tempo presente senza giudicarlo e senza giudicarci.

Nel silenzio assoluto potrebbe sembrarvi di essere respirati.

Buone vacanze a tutti.
GB


FERO, FERS, TULI, LATUM, FERRE

UN'AZIONE SEMPLICE
di SINGOLO A

In Palla Mancata n. 9 ho citato un’azione considerata semplice, ovvero una battuta raccolta dell’interbase per l’eliminazione in prima. Ma è davvero un’azione così semplice?

Il tutto inizia con il duello fra lanciatrice e battitrice, con la lanciatrice nel cerchio con la pallina in mano e la battitrice nel box che cerca di concentrarsi nel modo migliore, mentre molte domande e dubbi le frullano in testa: chissà cosa mi lancerà adesso? Ha appena ottenuto uno strike con una palla diritta, ma non credo che mi presenti due volte consecutive lo stesso lancio, però ha già due ball nel conteggio, per cui cercherà sicuramente di avvicinarsi molto alla zona di strike; proverà a mettermi in difficoltà con una curva? Eccetera.

Dal canto suo, la lanciatrice riceve i segnali del catcher e dopo un paio di rifiuti concorda il lancio e si prepara ad effettuarlo.

Appena la pallina lascia la mano della lanciatrice, la situazione cambia completamente: a partire da questo momento la lanciatrice non ha più nessun controllo su quanto accadrà, e il duello non è più fra lanciatrice e battitrice, ma fra battitrice e pallina.

La battitrice ha pochissimo tempo per valutare il lancio e decidere se girare la mazza e tentare di mettere la palla in gioco, e in questo caso decide di battere.

Si tratta di una rimbalzante che si dirige verso la zona dell’interbase, la quale si appresta ad accogliere la pallina nel guantone prestando la massima attenzione a rimbalzi irregolari, sempre possibili sia per irregolarità del terreno, sia perché la pallina non è perfettamente sferica, ma ha quelle cuciture che possono causare rimbalzi strani.

Impossessatasi della pallina, l’interbase la afferra subito con la mano destra, cerca automaticamente l’impugnatura giusta e tira verso la prima base, dove il prima base si allunga protendendo il guantone verso il tiro senza mai perdere il contatto fisico con il sacchetto di prima. Quando la pallina è saldamente in possesso del prima base, l’arbitro alza il pugno e decreta l’eliminazione della battitrice.

Tutto semplice? Forse non tanto, ma il tutto viene segnato dal classificatore con un banale 63 cerchiato.


TRA CURVE E PARABOLE

I TORNEI ESTIVI: STORIA DI UNA VACANZA MANCATA
di SOAP

L'estate, quel periodo dell'anno in cui i sogni di spiagge assolate e relax si scontrano con la realtà dei tornei estivi. Le vacanze programmate si trasformano in epiche avventure tra campi polverosi e partite interminabili.

Un catalogo di viaggi aperto sul tavolo, si discute su quale destinazione scegliere: mare, montagna o un bel viaggio culturale? Ma ecco che, con un colpo di scena degno di un film d’azione, arriva il calendario dei tornei. Addio spiagge dorate e montagne serene, benvenuti campi di terra rossa e l'eterna ricerca di ombra.

Mentre gli amici caricano valigie piene di costumi e occhiali da sole, le “ragazze del softball” preparano i loro borsoni con divise, guanti, mazze e scarpe da gioco.  Le auto vengono riempite di borse frigo, sedie pieghevoli e una quantità spropositata di creme solari e repellenti per insetti. Il viaggio verso il torneo è una maratona logistica che richiede la precisione di un'operazione militare.

Operazione che non termina una volta arrivati al campo, le ragazze si sistemano come se stessero montando un campo base per un'esplorazione. Brandine, materassini e ventilatori vengono posizionati con uno schema preciso, ogni angolo deve essere opportunamente ventilato.

Le ragazze, nonostante il caldo torrido, si preparano con serietà e concentrazione, pronte a dare il meglio in ogni partita. I genitori, dal canto loro, si armano di ventagli, cappellini, bottiglie d'acqua e una buona dose di pazienza, mettendo a disposizione delle ragazze borse frigo piene di acqua, succhi, frutta, e qualsiasi altra cosa possa essere utile per sopravvivere a una giornata sotto il sole.

Ogni partita è un susseguirsi di emozioni. Le ragazze corrono, scivolano e battono con un'energia inesauribile, mentre i genitori tifano come se fossero allo stadio per una finale olimpica. Le vittorie sono festeggiate come trionfi storici, le sconfitte diventano lezioni di vita. Tra un inning e l'altro, ci si scambia occhiate complici e si condividono risate, creando un legame indissolubile.

Al termine delle giornate, mentre il sole tramonta e l'aria si fa più “fresca”, mentre le ragazze costruiscono nuove amicizie e rinsaldano i legami, genitori, allenatori e staff si riuniscono per cene, birre e chiacchierate sotto le stelle. La condivisione delle fatiche e delle gioie cementa un senso di comunità che va ben oltre il campo di gioco. Ogni partita, ogni risata e ogni momento condiviso diventa parte di un'estate speciale.

Quindi, se state pensando che avete perso una vacanza, ricordatevi che avete guadagnato qualcosa di altrettanto prezioso: ricordi indelebili, amicizie durature e un'avventura che, nonostante tutto, vale ogni sacrificio. Buon torneo a tutte le ragazze del softball e alle loro famiglie eroiche!

E così, tra polvere, sudore e sorrisi, si è conclusa un'altra indimenticabile stagione? Non ancora, da lontano arriva inesorabile il richiamo dei play-off!


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

CAMPIONATO REGOLARE

Come sempre il campionato procede a caso. Nel senso che ogni volta che scendi in campo non sai mai che tipo di squadra ti trovi di fronte.

Atlete che vanno e vengono, puoi retrocedere solo perché hai avuto un calendario sfortunato, hai incontrato squadroni pieni di straniere mentre il tuo concorrente li ha incontrati mentre non erano ancora arrivate o già partite o in vacanza.

Squadre che hanno dominato in lungo e in largo la regular season (Bollate) si troveranno ai play-off avversarie improvvisamente “rinforzate”.

Quattro atlete in Italia per il mondiale restano anche per il campionato.

Koutsoyanopulos nel Bollate, Lacatena nel Forlì, Dayton e Toniolo nel Saronno. Erano “già qui” (nel senso di già tesserate) o sono state acquisite “al volo”? E viceversa alcune delle italiane forti non ci saranno perché saranno negli USA. Mentre pare che sia in arrivo una fortissima batteria, che sarà determinante per chi l’ha ottenuta. Del resto è anche logico: chi ha soldi e li vuole spendere può comprare di tutto e di più e quindi è chiaro che poi vinca, come diceva monsieur de La Palisse.

Ritorno sulla situazione di Cacciamani ai mondiali. Come già ribadito, non essendo in panchina non siamo a conoscenza dei validi motivi che ne hanno limitato l’impiego, anche se due/tre rilievi di un solo inning avrebbero potuto cambiare notevolmente il piazzamento della nazionale. Poi dopo sette giorni la troviamo contro di noi e lancia sette riprese (4+3) con 195 lanci. Mica pochi. Nessuna base ball e 12 K. Improvvisamente guarita? Una lanciatrice del suo livello, anche con 40 di febbre, è in grado di fare una ripresa di 15/20 lanci. O forse no. Sono però in ogni caso sconcertato.

In settimana giochiamo un anticipo con il Bollate, ormai sicuro di chiudere la regular season in testa alla classifica. Tra l’altro divisa in due serate distinte, si gioca con un po' meno di caldo, i tifosi locali hanno occasione di passare all’aperto un paio di serate in compagnia, ci si conosce tutti tra caronnesi e bollatesi, tifo sportivissimo per tutte le atlete in campo, doppio incasso di salamelle e birra.

Perché non farlo ogni volta che ci sia l’occasione?

Due belle partite, non c’è tensione, le classifiche sono già definite, si punta al gioco, facile anche per gli arbitri.

Nella seconda Caronno rimonta da 0-2 a 3-2 con un lungo doppio di Salvioni, ma alla fine Koutsoyanopulos aggancia una palla bassissima e la butta fuori, dando la vittoria a Bollate. Come sempre monsieur de La Palisse ha avuto ragione.